Il Marocco era sulla mia wishlist da tanto tempo. Così, al rientro dalle mie “ultime” ferie, e dopo essermi licenziata ho deciso che per iniziare questo nuovo capitolo della mia vita ci voleva un viaggio, e che era arrivato il momento di depennare questo Paese dalla mia lista. Ho trovato un compagno di viaggio e in quattro e quattr’otto abbiamo prenotato voli ed ostelli.
È un viaggio che rimarrà per sempre nel mio cuore. Innanzitutto è stato il viaggio delle “prime volte”: il primo timbro sul passaporto, l’emozione di vedere per la prima volta l’oceano, e quella di ascoltare dal vivo la preghiera di un muezzin. Amo definirlo anche “il viaggio del cuore”. Non si può spiegare a parole credo, l’amore, il calore e l’accoglienza ricevuti in una settimana di permanenza, specialmente dai locals. Questo, in particolare, è stato uno degli aspetti più belli, il contatto con la gente del posto.
Io e il mio amico siamo partiti (non lo nascondo) con un po’ di pregiudizi su quello che è un mondo molto distante dal nostro, e non in senso geografico. Al nostro ritorno era come se guardassimo tutto con occhi nuovi e ci sentissimo più aperti nei confronti di quanto siamo abituati a considerare “diverso”.
Il nostro itinerario
Ho pensato che avrebbe avuto senso dedicare un post a ciascuno dei luoghi che abbiamo visitato. Perciò qui mi limiterò ad una carrellata veloce di quello che è stato il nostro itinerario. Siamo atterrati e ripartiti da Marrakech, capitale turistica del Marocco. Presi dalla foga della prenotazione non abbiamo pensato che avremmo potuto prendere il volo di ritorno da un’altra città (pazienza 🙂 ). Abbiamo deciso di rimanere nel Paese almeno una settimana, un weekend lungo in Marocco ci sembrava quasi un insulto.
Giorno 1.
Il primo giorno ci siamo avventurati subito nel caos della medina: un caleidoscopio di colori, odori e rumori. Situata a sud della città, la medina di Marrakech è considerata il cuore pulsante della famosissima piazza Djemaa el Fna. Verrete abbordati di continuo dai mercanti che vorranno vendervi qualunque cosa al grido di “faccio prezzo democratico” 🙂 Confermo che alcuni di loro possono essere davvero insistenti, ma per evitare di finire “in trouble” e per non avere spiacevoli reazioni, basta rispondere con un educato “no, thanks” e proseguire per la propria strada. A mio parere sono sufficienti due giorni per visitare Marrakech, dopodiché vorrete scappare dalla sua frenesia incessante 🙂
Giorno 2.
Siamo stati alle cascate di Ouzoud con un tour giornaliero acquistato su GetYourGuide
Ouzoud è un posto a dir poco pazzesco, dove sembra che il tempo si sia fermato, un angolo di paradiso la cui bellezza è difficilmente descrivibile a parole. Qui abbiamo visitato delle case berbere, e assaggiato per la prima volta il pane “pucciato” nell’olio di Argan (ma non era utilizzato per fini cosmetici?! Quante scoperte che si fanno viaggiando!),
fatto un bellissimo bagno nelle acque gelide delle pozze della vallata
salutato le affamate scimmie del posto
e gustato un ottimo pranzo berbero dove il pezzo forte è stata l’omelette berbera
Giorni 3 e 4.
Si parte alla volta di Essaouira, cittadina sull’oceano a nord di Marrakech, che abbiamo raggiunto in bus. Essaouira ci ha conquistati subito: con i suoi pescatori che ripiegavano le reti nel bel mezzo della piazza ed i gatti che attendevano fiduciosi il rientro delle barche in porto. Ad Essaouira domina il 🔵
Sono blu le porte e le finestre, gli abiti della gente e le barche. Sono blu persino i taxi.
Blu come l’oceano, il cui rumore, in sottofondo, scandisce ogni momento della giornata.
Giorni 5 e 6.
Sveglia all’alba, di nuovo, (in tutta la vacanza avremo dormito sì e no 3 ore a notte) direzione deserto di Zagora (più vicino a Marrakech rispetto a quello di Merzouga), dove abbiamo passato due giorni ed una notte. Il tour lo abbiamo acquistato in loco, presso il nostro ostello.
Mohammed, il nostro simpaticissimo autista, ha guidato per ben 7 ore prima che arrivassimo nei pressi dell’accampamento. Nel tour era compresa una sosta presso il villaggio-oasi di Ourzazate, la Hollywood del Marocco: qui, per citarne alcuni, sono stati girati Il gladiatore, Lawrence d’Arabia, Gesù di Nazareth e Il gioiello del Nilo. Appena abbiamo scorto la Valle delle Mille Kasbah, guardando fuori dal finestrino, pensavamo di avere davanti agli occhi un miraggio

Nel deserto non piove quasi mai… noi invece abbiamo beccato il diluvio universale! Ahinoi non abbiamo potuto vedere il tramonto né raggiungere l’accampamento in groppa al cammello. In compenso abbiamo provato l’emozione di una camminata sotto la pioggia torrenziale, quasi al buio, con delle buste di plastica in testa, nel vano tentativo di non arrivare fradici nelle tende e la nostra guida beduina che di tanto in tanto urlava “Is everybody here?!”. Insomma di certo non il solito tour nel deserto 😉 . Per fortuna l’indomani il vento aveva spazzato via le nuvole, e dopo una bella colazione a base di pane e burro, ci siamo goduti la nostra prima alba nel deserto e finti beduini in sella ai nostri cammelli!

Giorno 7
Time to say goodbye. Ci siamo presi quest’ultimo giorno per salutare Marrakech a modo nostro e vedere le ultime cose che ci erano sfuggite il primo giorno, tra cui il bellissimo palazzo Bahia e i Jardin Majorelle, un vero e proprio eden situato nella parte europea di Marrakech, il quartiere Gueliz.


Non pensavamo che ripartire sarebbe stata così dura. Ci siamo imbarcati sul volo di ritorno ripromettendoci che un giorno torneremo in Marocco, per immergerci nuovamente nei suoi mille profumi e lasciarci incantare dalle sue infinite sfaccettature, inshallah.